sexta-feira, fevereiro 11, 2005

Giovanni Bellini (ca.1430-1516)


Tiziano Vecellio, Ritratto di Giovanni Bellini

"Se intese questa matina esser morto Zuan Belin optimo pytor, [...] la cui fama è nota per il mondo, et cussi vechio come l'era, dipenzeva per exellentia. Fu sepulto a San Zane Polo in la soa arca, dove etiam è sepulto Zentil Belin suo fradelo etiam optimo pytor."

(M. Sanudo, Diari, 29 Novembre 1516)


"Uomo di meditazioni instancabili, mai pago di evocare l'antico, d'intendere il nuovo e di provarli, [Giovanni Bellini] fu tutto quel che si dice: prima bizantino e gotico, poi mantegnesco e padovano, poi sulle tracce di Piero e di Antonello, in ultimo fin giorgionesco; eppure sempre lui, caldo sangue, alito accorato, accordo pieno e profondo fra l'uomo, le orme dell'uomo fattosi storia, e il manto della natura.
Accordo tra le masse umane prominenti e le nubi alte, lontane, e cariche di sogni narrati; tra le chiostre dei monti e le absidi antiche, le grotte dei pastori e le terrazze cittadine, le chiese color tortora del patriarcato e il chiuso delle greggi, le roche medievali e le rocce friabili degli Euganei.
Una calma che spazia fra i sentimenti eterni dell'uomo: cara bellezza, venerata religione, eterno spirito, vivo senzo; e una pacificazione corale che fonde e sfuma i sentimenti, dall'alba di rosa al tramonto di viola, secondo l'ora del giorno."

(R. Longhi, Viatico per cinque secoli di pittura veneziana, 1946)


In Giovanni Bellini, Milano, Pockets Electa, 1993

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